De nittis spiegato ai bambini

Galleria d'arte

Un conflitto è sempre un "buon" conflitto quando entrambe le parti (ora ci riferiamo a due parti) ne escono "vincitrici". Vincitori in caso di conflitto significa che le parti non devono rinunciare completamente ai propri obiettivi.  Infatti, ogni conflitto riguarda i propri obiettivi. Ad esempio, ottenere qualcosa (di solito si vuole avere ragione), oppure difendere i propri valori e sminuire quelli dell'altra parte (perché non sono i miei), e molto altro ancora.

Sotto la spinta dei cambiamenti globali, della trasformazione digitale e di molto altro ancora che sta portando sempre più cambiamenti nelle nostre vite, oggi abbiamo una routine quotidiana molto impegnativa. Inoltre, ci sono tutte le cose che c'erano anche prima della trasformazione digitale & Co. e che ci sembravano già "pesanti da portare": la pressione della carriera, la responsabilità per le altre persone (in famiglia e al lavoro), la responsabilità finanziaria e della salute... la vita di sempre.

Oggi tutto sembra più veloce, più grande e più complesso. Molte persone non si sentono più in grado di seguire il ritmo.  Inoltre, a causa di questa sensazione, leggiamo, vediamo e ascoltiamo di più. Non solo in modo passivo. Siamo sempre online (per una persona significa ogni minuto, per un'altra ogni ora). L'online è molto frequente. Vogliamo seguire il ritmo. Questo ci porterà a svolgere attività che avremmo affrontato molto più tardi (e forse con più calma).

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Galleria nazionale d'arte

Precursori dell'Impressionismo, i Macchiaioli vollero abbandonare gli schematismi delle scene storiche e mitologiche del neoclassicismo e del romanticismo, per sperimentare uno stile pittorico più immediato e realistico, realizzato senza disegni preparatori. È così che le scene di vita quotidiana diventano vibranti grazie all'uso del colore lasciato da rapide pennellate.

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Museo Metropolitano d'Arte

Recensione della mostra 'Il tempo di Signorini e De Nittis. L'Ottocento aperto al mondo nelle collezioni Borgiotti e Piceni' a Viareggio, Centro Matteucci, dal 2 luglio 2016 al 26 febbraio 2017

La selezione di dipinti della collezione Borgiotti (tuttora di proprietà dei discendenti del critico: quindi, anche in questo caso, un'occasione piuttosto rara per vedere le opere) si apre con alcune tele di Giovanni Fattori, prosegue con alcuni intensi ritratti e scene di interni (come la Bigherinaia di Silvestro Lega, ovvero una tessitrice di "bigherini", termine con cui in Toscana si indicano i merletti per gli abiti femminili, o come il Solletico di Adriano Cecioni, che raffigura un momento di gioco tra due bambine), prosegue con una serie di splendidi e suggestivi paesaggi di Giuseppe Abbati dipinti sulle spiagge di Castiglioncello, si dipana tra opere di Cabianca, Sernesi e Signorini (di quest'ultimo è particolarmente interessante Donne a Riomaggiore) e si conclude di fronte alla particolarissima Ricreazione di Antonio Mancini, una bambina dall'espressione indefinita che stringe una bambola e siede accanto ad alcuni giocattoli.

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De nittis spiegato ai bambini
on line

diLucy GordanLa Place du Carousel. Le rovine delle Tuileries, 1882, olio su tavola, prestito a lungo termine del Louvre al Museo d'Orsay, acquistato direttamente da De Nittis dal governo francese. Crediti fotografici: Pinacoteca Giuseppe De Nittis, Barletta

Nel XIX secolo l'Italia non era più il centro mondiale della pittura contemporanea che, grazie a Cezanne, Degas, Manet, Monet, Renoir, Van Gogh e molti altri, si era spostata in Francia, soprattutto a Parigi e in Provenza, oltre che in Inghilterra con i capolavori di Turner e Sisley. L'unico impressionista italiano di rilievo fu Giuseppe De Nittis (1846-84). L'illustre storico dell'arte Federico Zeri (1921-98) lo ha definito "il più grande artista italiano del XIX secolo" e "il Sisley, Monet e Pissarro d'Italia".

Nonostante il sentito apprezzamento di Zeri per De Nittis, e nonostante i suoi dipinti siano esposti al Met, all'Art Institute di Chicago, al Museum of Fine Arts di Boston, al Museo d'Arte del Middlebury College, alla National Gallery of Art di Washington e al Museum of Art di Filadelfia, non è mai stata organizzata una mostra monografica delle sue opere negli Stati Uniti.

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