Il giudizio universale di michelangelo spiegato ai bambini

Il Giudizio Universale di Michelangelo

Il soffitto della Cappella Sistina (Soffitto della Cappella Sistina), dipinto a fresco da Michelangelo tra il 1508 e il 1512, è un'opera fondamentale dell'arte dell'Alto Rinascimento. La Cappella Sistina è la grande cappella papale costruita in Vaticano tra il 1477 e il 1480 da Papa Sisto IV, da cui prende il nome. Il soffitto fu dipinto su commissione di Papa Giulio II.

I vari elementi pittorici del soffitto fanno parte di un più ampio schema di decorazione all'interno della cappella. Prima del contributo di Michelangelo, le pareti furono dipinte da diversi artisti di spicco della fine del XV secolo, tra cui Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Pietro Perugino. Dopo aver dipinto il soffitto, Raffaello realizzò una serie di grandi arazzi (1515-1516) per coprire la parte inferiore della parete. Michelangelo tornò nella cappella per creare il Giudizio Universale, un grande affresco situato dietro l'altare. Le decorazioni della cappella illustrano gran parte della dottrina della Chiesa cattolica, e sono state la sede dei conclavi papali e di molte altre importanti funzioni.[1][2]

Qual è il significato del Giudizio Universale di Michelangelo?

È una rappresentazione della seconda venuta di Cristo e del giudizio finale ed eterno di Dio su tutta l'umanità. I morti risorgono e scendono verso i loro destini, giudicati da Cristo che è circondato da santi di spicco.

Perché il Giudizio Universale di Michelangelo fu controverso?

La controversia sulla nudità nella Cappella Sistina continuò anche dopo la morte di Michelangelo. L'artista Daniele da Volterra fu ingaggiato per coprire alcuni genitali nel Giudizio Universale aggiungendo foglie di fico e perizomi, cosa che gli valse il soprannome di "Il Braghettone".

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Perché Michelangelo ha dipinto se stesso nel Giudizio Universale?

Nel dipinto, Michelangelo esegue un autoritratto che raffigura se stesso come San Bartolomeo dopo essere stato scorticato (scorticato vivo). Questo riflette il sentimento di disprezzo che Michelangelo provava per essere stato incaricato di dipingere il Giudizio Universale.

Il soffitto della Cappella Sistina

Il dipinto raffigura la Seconda Venuta di Cristo e il Giudizio finale ed eterno di Dio su tutta l'umanità secondo la religione cristiana. Complessivamente si tratta di oltre 300 figure, di cui quasi tutti i maschi e gli angeli erano originariamente raffigurati come nudi.

La realizzazione e la collocazione del Giudizio Universale avvennero per precisa volontà del primo committente, Papa Clemente VII. Purtroppo, egli vedrà solo il modello compositivo: la vera e propria realizzazione dell'affresco avverrà sotto il suo successore, papa Paolo III Farnese, a partire dal 1536, dopo una lunga e travagliata fase preparatoria.

Questa fase consisteva nella realizzazione del muro della cappella, che prevedeva la collocazione di uno spesso strato di mattoni nella parte superiore e di uno strato più sottile di mattoni nella parte inferiore per creare una superficie inclinata. L'inclinazione del muro è stata ritenuta necessaria per migliorare la visibilità ed evitare il deposito di polvere.

Durante questa fase sono stati distrutti tre affreschi dipinti sulla parete superiore dal pittore italiano noto come Perugino e due lunette dipinte dallo stesso Michelangelo più di vent'anni prima. Il risultato è stato la creazione di uno spazio per dipingere una grande architettura.

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La Pietà di Michelangelo - Un'analisi

Il Giudizio Universale[1] è un affresco del pittore rinascimentale italiano Michelangelo che copre l'intera parete dell'altare della Cappella Sistina, nella Città del Vaticano. È una rappresentazione della seconda venuta di Cristo e del giudizio finale ed eterno di tutta l'umanità da parte di Dio. I morti salgono e scendono verso il loro destino, giudicati da Cristo che è circondato da santi di spicco. Complessivamente vi sono oltre 300 figure, con quasi tutti i maschi e gli angeli originariamente raffigurati come nudi; molti furono in seguito parzialmente coperti da panneggi dipinti, di cui alcuni sono rimasti dopo la recente pulizia e il restauro.

La realizzazione dell'opera richiese oltre quattro anni, tra il 1536 e il 1541 (la preparazione della parete dell'altare iniziò nel 1535). Michelangelo iniziò a lavorarci 25 anni dopo aver terminato il soffitto della Cappella Sistina e al suo completamento aveva quasi 67 anni.[2] Inizialmente aveva accettato la commissione da Papa Clemente VII, ma fu completata sotto Papa Paolo III, le cui più forti idee riformatrici probabilmente influenzarono il trattamento finale.[3]

Guardare l'arte: Il Giudizio Universale di Michelangelo

Il Giudizio Universale[1] è un affresco del pittore rinascimentale italiano Michelangelo che copre l'intera parete dell'altare della Cappella Sistina, nella Città del Vaticano. È una rappresentazione della seconda venuta di Cristo e del giudizio finale ed eterno di tutta l'umanità da parte di Dio. I morti salgono e scendono verso il loro destino, giudicati da Cristo che è circondato da santi di spicco. Complessivamente vi sono oltre 300 figure, con quasi tutti i maschi e gli angeli originariamente raffigurati come nudi; molti di essi furono in seguito parzialmente coperti da panneggi dipinti, di cui alcuni sono rimasti dopo la recente pulizia e il restauro.

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La realizzazione dell'opera richiese oltre quattro anni, tra il 1536 e il 1541 (la preparazione della parete dell'altare iniziò nel 1535). Michelangelo iniziò a lavorarci 25 anni dopo aver terminato il soffitto della Cappella Sistina e al suo completamento aveva quasi 67 anni.[2] Inizialmente aveva accettato la commissione da Papa Clemente VII, ma fu completata sotto Papa Paolo III, le cui più forti idee riformatrici probabilmente influenzarono il trattamento finale.[3]

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