Civilta nuragicai spiegati ai bambini

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Quando arrivai in Sardegna per la prima volta nel 1980, non sapevo nulla dell'esistenza della Civiltà Nuragica. Oggi mi sembra quasi incredibile ma, mentre il suo mare dai colori incantevoli era stato individuato e lanciato al turismo negli anni Sessanta da Karim Aga Khan, poco si sapeva, e soprattutto poco si diceva, della sua incredibile civiltà antica. Per troppi anni, infatti, si è creduto che gli antichi sardi fossero un popolo di pastori analfabeti che, per non essere messi in pericolo dalle continue invasioni subite dal mare, si erano ritirati nell'interno dell'isola dediti a una vita agro-pastorale. Tuttavia, la storia e l'archeologia oggi sostengono che ciò non era vero, ma anzi dimostrano che in Sardegna visse una civiltà molto avanzata, di cui ci ha lasciato ampie testimonianze: la Civiltà Nuragica.

La rivalutazione relativamente recente di un vero ruolo della Sardegna sulle vicende antiche sta ora per avere un recupero e una rivincita storica, essendo al punto di svolta in cui la ricerca vorrebbe poter attribuire a questa antica civiltà anche un probabile sistema di scrittura.

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Nell'antica isola di Sardegna, la storia della civiltà nuragica è oscurata da domande senza risposta.    Sebbene si possano esaminare migliaia di strutture faticosamente assemblate, tombe megalitiche, opere d'arte e statuette meticolosamente realizzate, le riflessioni più grandi rimangono.    Che ne è stato di questi antichi popoli dell'età del bronzo e del ferro e come si collega la loro esistenza ad altre civiltà?    Per avere queste risposte, bisogna partire dai nuraghi.

I pezzi più noti che i nuragici hanno lasciato sono le loro strutture o torri nuragiche, di cui sono state scoperte circa 7.000 sull'isola - ma potrebbero essere state costruite fino a 30.000.    Sebbene siano simili a molte altre strutture della regione mediterranea, le costruzioni sarde erano più originali e maestose nella loro formazione.    Si tratta di strutture circolari, il più delle volte create con un tetto piatto e tronco, simili a quelle di altre popolazioni antiche, ma le prime di questa classificazione risalgono al XVIII secolo a.C.

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La Sardegna è la seconda isola più grande del Mediterraneo e fu sede di antiche culture. A nord si trova la Corsica, a est la penisola italiana, a sud la Tunisia e a ovest le Isole Baleari. La Sardegna è stata per millenni un punto di sosta fondamentale per marinai e commercianti e vanta un patrimonio culturale profondo e antico. La civiltà nuragica, caratteristica e autoctona della Sardegna, si estende dall'età del bronzo (circa 18° secolo a.C.) al periodo romano. Questa civiltà deriva il suo nome da una forma caratteristica di torri monumentali costruite in pietra, note come nuraghe: circa 7.000 di queste enigmatiche strutture punteggiano ancora il paesaggio sardo.

Durante il Paleolitico e il Neolitico arrivarono i primi colonizzatori della Sardegna, probabilmente da varie parti del bacino del Mediterraneo e dell'Europa. La cultura di Ozieri (nota anche come San Michele) è la prima cultura stanziale identificabile in Sardegna, datata tra il 3200 e il 2800 a.C. Il popolo di Ozieri è noto per le sue comunità di dimensioni pari a quelle di un villaggio e la sua cultura materiale comprende statuette di "dee madri" comuni nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente. Forse a causa dei migranti provenienti dal Mediterraneo occidentale, si possono osservare alcune somiglianze tra i manufatti della Sardegna e quelli delle isole Baleari. Il sito dell'altare di Monte d'Accoddi ne è un esempio, con le prime fasi risalenti al 4.000-3.650 a.C. circa (sotto).

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Nei dintorni di Orroli si trova un sito archeologico di eccezionale interesse il cui centro è il Nuraghe Arrubiu (che in lingua sarda significa "nuraghe rosso"), uno dei più grandi dell'isola, risalente al 1400 a.C.. Vale la pena visitarlo, basti pensare che la torre centrale è alta 16 metri (in origine 27 metri) ed è circondata da ben 5 torri più piccole. All'interno c'è un cortile dove si trovano altre 8 torri, forti mura difensive e un villaggio che fu abitato fino all'epoca romana. Questo è l'unico nuraghe "pentalobato" della Sardegna e si estende su una superficie di 5000 metri quadrati. La sua imponente struttura è costruita in basalto rosso, da cui prende il nome di Arrubiu (rosso). Nella torre più grande si può ammirare la tholos (cupola) perfettamente intatta; c'è persino un tesoro sepolto in mezzo a una massa di cenere. Un vaso votivo perfettamente conservato, utilizzato per riti pagani verso qualche divinità. Gli archeologi hanno trovato molti resti di grandi anfore utilizzate per la conservazione degli alimenti, mentre una delle torri (denominata "camera delle signore") ha fornito un gran numero di oggetti di uso quotidiano.

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