La trinità di masaccio spiegata ai bambini
Masaccio, La Vergine con il Bambino
1424-25Madonna e Bambino con Sant'AnnaQuesta tavola, sempre raffigurante la Vergine con il Bambino, questa volta con la madre seduta alle sue spalle, si pensa sia stata una collaborazione con Masolino. Secondo Giorgio Vasari, originariamente si trovava nella chiesa di San Ambrogio a Firenze, proprio accanto all'ingresso dell'alloggio delle monache. Sembra un'ambientazione adatta per questo dipinto incentrato sulla Vergine e su sua madre Sant'Anna, poiché erano considerate modelli di donna cristiana ideale. L'intricato tessuto damascato tenuto dietro Sant'Anna potrebbe fare riferimento al probabile committente del pannello, Nofri Buonamici, che era un tessitore di seta. Sebbene alcune parti di questo dipinto mostrino ancora la mano più gotica di Masolino, lo stile pittorico innovativo di Massacio è comunque evidente. È visibile soprattutto nel Cristo bambino, che non è stato raffigurato come un cherubino gotico ma come un neonato realistico. Si può anche notare come Masaccio abbia dipinto le figure come se fossero illuminate da una sola fonte di luce reale a sinistra, piuttosto che dal bagliore totalizzante della pittura gotica. Sebbene le figure arrotondate mostrino una certa influenza da parte di Donatello, in questo pannello si può anche notare lo sviluppo dello stile individuale di Masaccio. Tempera su tavola - Galleria degli Uffizi, Firenze
I mietitori (1565) di Pieter Bruegel il Vecchio
Il grande storico della letteratura ungherese Antal Szerb scrive che l'immagine dei grandi classici fissata nell'opinione pubblica è per lo più vera, in quanto passata attraverso mille filtri, ma diventa gradualmente uno schema vuoto. "Quando se ne parla, in realtà non si intende nulla. In questi casi, è necessario rivedere questa immagine e, se si rivela corretta, riempire lo schema di nuova vita, renderlo di nuovo vero".
Da tempo desidero ripercorrere, in una serie di conferenze, i Rinascimenti europei, i mondi visivi nettamente diversi che il nuovo stile ha creato in diverse regioni, dai Paesi Bassi alle distinte scuole italiane del XIV e XV secolo, prima di fondersi in un unico stile omogeneo "post-raffaellita" a partire dalla metà del Quattrocento. È da qui che parto, grazie ai nostri viaggi virtuali settimanali, analizzando il quadro che, come vedremo, è stato una sorta di manifesto e punto zero della pittura rinascimentale, e che ha cambiato radicalmente la direzione della pittura europea. Si tratta dell'affresco della Trinità di Masaccio, realizzato tra il 1426 e il 1428 nella chiesa domenicana di Santa Maria Novella a Firenze.
Il modo più semplice per comprendere la Trinità
Le opere più famose di Masaccio sono senza dubbio quelle che si trovano nella Cappella Brancacci, nella chiesa di Santa Maria del Carmine, a Firenze, e la sua Trinità, che si trova nella chiesa di Santa Maria Novella, sempre a Firenze. Oltre a La Santissima Trinità, Il denaro del tributo e La cacciata sono diventate opere manifesto del Rinascimento italiano, discusse (o almeno citate) all'infinito e impresse nella memoria di chiunque abbia studiato la storia dell'arte europea. Ma per coloro che non possono andare fino a Firenze, anche Londra offre delle delizie basate su Masaccio, come il soggetto del post di oggi, La Vergine con il Bambino di Masaccio, del 1426.
Il dipinto, di grandi dimensioni (misura ben 135 x 74 cm), doveva originariamente fungere da parte centrale di una pala d'altare. Commissionato per la Cappella di Santa Maria del Carmine, a Pisa, dal notaio pisano Ser Giuliano degli Scarsi, il dipinto esplora il desiderio di rendere la Madre e il Bambino allo stesso tempo soprannaturali e reali, umani. Questo porta a un mix di elementi che possono sembrare in contrasto tra loro per lo spettatore moderno, ma che esprimono questa convinzione cristiana centrale nell'umanità della Vergine e del Bambino. Le figure sono in scala monumentale, molto più grandi degli angeli che suonano e cantano e che le circondano. Questo presenta una gerarchia di importanza, le figure più grandi della Vergine e del Bambino presentano il loro status di gran lunga elevato. Questa scala è enfatizzata dalla composizione del dipinto, con la Vergine e il Bambino sollevati sopra di noi su un trono, che ci fa guardare verso di loro in modo reverenziale, cosa che sarebbe stata ulteriormente evidenziata dal fatto di essere montati nella pala d'altare. Anche l'uso di uno sfondo dorato crea la sensazione che si trovino in uno spazio speciale e rimosso. Non c'è alcun tentativo di posizionare il trono e il suo supporto in uno spazio realisticamente rappresentato, il che può sembrare uno strano contrasto con l'architettura del trono stesso, abilmente articolata e trattata prospetticamente.
Van Eyck, Il ritratto di Arnolfini
La prospettiva lineare è una prospettiva utilizzata soprattutto dagli artisti in cui le dimensioni relative, la forma e la posizione degli oggetti sono determinate da linee disegnate o immaginate che convergono in un punto dell'orizzonte. Permette al dipinto di assomigliare alla realtà e fa sembrare che ci si trovi fisicamente lì. Dà l'illusione della profondità e della distanza. La prospettiva lineare è stata inventata durante il Rinascimento italiano e si dice che sia stata utilizzata per la prima volta dall'architetto Filippo Brunelleschi. Egli spiegò come gli oggetti si riducono di dimensioni in base alla loro posizione e alla distanza dall'occhio. Alcuni esempi del sistema di Brunelleschi sono visibili nel dipinto di Masaccio La Santissima Trinità, una drammatica crocifissione illusionistica.